Separazione
dei poteri
Nell’unità precedente abbiamo detto che il potere è diviso verticalmente per garantire l’efficacia della Legge. C’è un’altra ragione per distribuire il potere in uno Stato: impedire l’abuso di potere. Ciò è avvenuto in numerosi esempi storici, quando i despoti hanno usurpato il potere e oppresso il popolo per i loro interessi personali. L’antico storico greco Tucidide ebbe un’intuizione illuminante sulla natura umana quando scrisse: “I forti fanno quello che possono e i deboli subiscono quello che devono” – il che significa che un uomo userà sempre tutto il potere di cui dispone. La soluzione, come suggerì il filosofo francese del XVIII secolo Montesquieu, è quella di non permettere a un uomo o a un ente istituzionale di disporre di troppo potere. Ciò può essere fatto imponendo una separazione del potere sovrano tra più organi. In questa unità esploreremo le caratteristiche della separazione dei poteri negli Stati democratici.
Ne Lo spirito delle leggi, Montesquieu sostenne la necessità di una separazione dei poteri in base alla funzione che essi svolgono nell’attuazione della Legge. Egli distingueva quindi tre poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – ciascuno da assegnare a un ramo distinto dello Stato. Questa distinzione ebbe un enorme successo e si applica ancora ai nostri Stati.
Il potere legislativo è il potere di fare le leggi. Questo potere è assegnato al Parlamento. Il Parlamento è spesso diviso in due camere. I cittadini non siedono in Parlamento, ma scelgono dei rappresentanti che li rappresentino. Questo sistema è chiamato democrazia rappresentativa.
Il potere esecutivo è il potere di attuare e far rispettare le leggi. Questo potere è assegnato al governo (in precedenza abbiamo usato il termine in un’accezione più ampia – l’atto di governo. Si noti che l’accezione qui utilizzata si riferisce specificamente al solo potere esecutivo). A seconda di come si forma il governo, una democrazia può essere definita parlamentare o presidenziale. In un regime presidenziale, il popolo vota direttamente il Presidente, che è il capo dello Stato e del governo. Questo accade, ad esempio, in Francia. In un regime parlamentare, il governo è formato dal Parlamento eletto. È il caso dell’Italia.
Il potere giudiziario è il potere di risolvere i conflitti nella società in base alle leggi esistenti. Questo ramo comprende il sistema giudiziario, con giudici e magistrati che presiedono i tribunali.
L’equilibrio viene mantenuto in questa separazione assicurando che ogni ramo non possieda la totalità del suo potere. Di conseguenza, i tre rami devono continuamente interagire fra di loro per operare in modo efficace, e possono in caso di squilibrio regolarsi a vicenda semplicemente rifiutandosi di collaborare. Questo sistema è comunemente chiamato dei “pesi e contrappesi”, anche se questa terminologia è più comunemente applicata agli Stati Uniti (the system of checks and balances).